Roccaltia - attività archeologiche
ll Gruppo Archeologico ROCCALTIA di Soriano nel Cimino (VT) è associato ai G.A.I., organizzazione iscritta nel registro delle Organizzazioni di Volontariato nonché aderente al Forum Europeo delle Associazioni per i Beni Culturali. Il gruppo si è costituito nel giugno del 2006, allo scopo di individuare, conservare e valorizzare le risorse storico-ambientali del territorio.
Cosa facciamo
Il nostro gruppo, fin dalla sua costituzione, si è proposto tra gli altri obiettivi quello di creare degli itinerari storico-naturalistici nei siti di maggior interesse del comune di Soriano nel Cimino, al fine di consentirne la riscoperta e la valorizzazione.
Per un primo intervento è stata prescelta un’area adiacente la torre medioevale di S. Maria di Luco (fraz. di S.Eutizio); si tratta di una zona dall’aspetto incontaminato, ammantata di boschi di cerri e roverelle e popolata da cinghiali, volpi, scoiattoli, faine, tassi ed istrici. L’itinerario si snoda in gran parte lungo il FOSSO DEL MANDRIONE, la cui sorgente sgorga in una splendida valle e nelle cui acque limpide è possibile avvistare gamberi, pesci e rane. La denominazione “Mandrione” significa passaggio di mandrie e fa ipotizzare che fin da epoche passate vi transitassero animali da allevamento diretti al pascolo. Sulla base delle evidenze archeologiche conservatesi, è possibile affermare che questo luogo fu abitato fin dalla preistoria: vi si trovano infatti rifugi naturali e resti di una grande grotta, probabilmente riparo di una piccola comunità. Sono stati rinvenuti inoltre numerosi frammenti fittili di epoche diverse (dal XIII sec. a.C. fino al Medio Evo). La particolarità del sito è costituita da due dighe di sbarramento realizzate a secco in blocchi poligonali di peperino (IV-III sec. a. C.): due gioielli per la tecnica muraria, conservati non perfettamente, ma quanto basta perché possano essere ammirati in tutta la loro possanza. Tra la prima e la seconda diga, nella parete di peperino, è stata scavata una canaletta ad un’altezza di circa m 1,80 dal fosso: si tratta sicuramente di un’opera idraulica che, al pari dei due sbarramenti, testimonia quanto fosse importante l’approvvigionamento d’acqua per i raggruppamenti che, nelle varie epoche, popolarono questa zona. Nei pressi della prima diga, salendo verso nord, ci si imbatte in un ambiente ipogeo: forse riparo naturale durante la preistoria, venne riadattato a sepoltura in epoca etrusca e romana, per essere probabilmente utilizzato come abitazione nel Medio Evo. Lungo il percorso si incontrano molte tagliate e pedarole, che dal fosso salgono sul pianoro sovrastante occupato da un villaggio fino all’epoca medioevale. Qui si trovano i resti di una chiesetta paleocristiana monoabsidata, simile per tipologia a quelle coeve situate a Corviano e nel territorio di S.Cecilia; con ogni probabilità l’edificio sacro fu costruito su resti di una capanna preistorica (nei suoi pressi è avvenuto il ritrovamento sporadico di una punta di freccia).
Fosso del Mandrione e Valle Oscura
In un secondo tempo l’itinerario è stato esteso alla zona chiamata VALLE OSCURA per la fitta vegetazione che la ricopre. Qui è situata un’interessante necropoli etrusco-romana, che deve la denominazione “ROTTELLE” alle numerose tombe a camera scavate nel tufo, alcune delle quali conservano ancora i letti funebri e qualche rara traccia di affresco. Particolarmente suggestivi appaiono tre ambienti rupestri situati uno accanto all’altro, con ogni probabilità sepolture riutilizzate come stalle fino ai tempi nostri Lungo il pendio che discende verso una strada etrusco-romana, è stata rinvenuta una tomba a pozzo scavata nel tufo. La sepoltura presenta una pianta circolare ed un pavimento di coccio pesto; ha un’altezza di m 1,70 ed una circonferenza di circa m 11. Il soffitto è crollato quasi del tutto e nelle pareti sono ancora visibili scarse tracce di intonaco. Di fronte alla tomba si estende un’ampia parete rocciosa, che presenta alcune nicchie; inciso nella roccia appare un segno a forma di croce. Nel punto in cui la strada etrusco-romana si interseca con altre vie provenienti dai villaggi sovrastanti, sorge un cippo funerario risalente al IV-III sec. a. C.: si tratta di un monolite di tufo a forma di parallelepipedo alla cui base compaiono delle sepolture. Data la sua posizione, non è escluso che, oltre ad avere una funzione sepolcrale, il monumento servisse anche da segnale stradale. La valle era certamente una zona di transito, come testimonia la presenza di tagliate, nonché dei resti di due ponti a grossi blocchi squadrati. Nel sito, reso percorribile attraverso la regolarizzazione della vegetazione e la creazione di sentieri, vengono organizzate periodicamente delle visite guidate, anche su richiesta di gruppi di visitatori. Inoltre, grazie ad una segnaletica dettagliata, è possibile effettuare delle passeggiate individuali in un luogo fuori del tempo, in cui natura ed archeologia si fondono in scenari di una bellezza selvaggia.
Cosa facciamo
Il nostro gruppo, fin dalla sua costituzione, si è proposto tra gli altri obiettivi quello di creare degli itinerari storico-naturalistici nei siti di maggior interesse del comune di Soriano nel Cimino, al fine di consentirne la riscoperta e la valorizzazione.
Per un primo intervento è stata prescelta un’area adiacente la torre medioevale di S. Maria di Luco (fraz. di S.Eutizio); si tratta di una zona dall’aspetto incontaminato, ammantata di boschi di cerri e roverelle e popolata da cinghiali, volpi, scoiattoli, faine, tassi ed istrici. L’itinerario si snoda in gran parte lungo il FOSSO DEL MANDRIONE, la cui sorgente sgorga in una splendida valle e nelle cui acque limpide è possibile avvistare gamberi, pesci e rane. La denominazione “Mandrione” significa passaggio di mandrie e fa ipotizzare che fin da epoche passate vi transitassero animali da allevamento diretti al pascolo. Sulla base delle evidenze archeologiche conservatesi, è possibile affermare che questo luogo fu abitato fin dalla preistoria: vi si trovano infatti rifugi naturali e resti di una grande grotta, probabilmente riparo di una piccola comunità. Sono stati rinvenuti inoltre numerosi frammenti fittili di epoche diverse (dal XIII sec. a.C. fino al Medio Evo). La particolarità del sito è costituita da due dighe di sbarramento realizzate a secco in blocchi poligonali di peperino (IV-III sec. a. C.): due gioielli per la tecnica muraria, conservati non perfettamente, ma quanto basta perché possano essere ammirati in tutta la loro possanza. Tra la prima e la seconda diga, nella parete di peperino, è stata scavata una canaletta ad un’altezza di circa m 1,80 dal fosso: si tratta sicuramente di un’opera idraulica che, al pari dei due sbarramenti, testimonia quanto fosse importante l’approvvigionamento d’acqua per i raggruppamenti che, nelle varie epoche, popolarono questa zona. Nei pressi della prima diga, salendo verso nord, ci si imbatte in un ambiente ipogeo: forse riparo naturale durante la preistoria, venne riadattato a sepoltura in epoca etrusca e romana, per essere probabilmente utilizzato come abitazione nel Medio Evo. Lungo il percorso si incontrano molte tagliate e pedarole, che dal fosso salgono sul pianoro sovrastante occupato da un villaggio fino all’epoca medioevale. Qui si trovano i resti di una chiesetta paleocristiana monoabsidata, simile per tipologia a quelle coeve situate a Corviano e nel territorio di S.Cecilia; con ogni probabilità l’edificio sacro fu costruito su resti di una capanna preistorica (nei suoi pressi è avvenuto il ritrovamento sporadico di una punta di freccia).
Fosso del Mandrione e Valle Oscura
In un secondo tempo l’itinerario è stato esteso alla zona chiamata VALLE OSCURA per la fitta vegetazione che la ricopre. Qui è situata un’interessante necropoli etrusco-romana, che deve la denominazione “ROTTELLE” alle numerose tombe a camera scavate nel tufo, alcune delle quali conservano ancora i letti funebri e qualche rara traccia di affresco. Particolarmente suggestivi appaiono tre ambienti rupestri situati uno accanto all’altro, con ogni probabilità sepolture riutilizzate come stalle fino ai tempi nostri Lungo il pendio che discende verso una strada etrusco-romana, è stata rinvenuta una tomba a pozzo scavata nel tufo. La sepoltura presenta una pianta circolare ed un pavimento di coccio pesto; ha un’altezza di m 1,70 ed una circonferenza di circa m 11. Il soffitto è crollato quasi del tutto e nelle pareti sono ancora visibili scarse tracce di intonaco. Di fronte alla tomba si estende un’ampia parete rocciosa, che presenta alcune nicchie; inciso nella roccia appare un segno a forma di croce. Nel punto in cui la strada etrusco-romana si interseca con altre vie provenienti dai villaggi sovrastanti, sorge un cippo funerario risalente al IV-III sec. a. C.: si tratta di un monolite di tufo a forma di parallelepipedo alla cui base compaiono delle sepolture. Data la sua posizione, non è escluso che, oltre ad avere una funzione sepolcrale, il monumento servisse anche da segnale stradale. La valle era certamente una zona di transito, come testimonia la presenza di tagliate, nonché dei resti di due ponti a grossi blocchi squadrati. Nel sito, reso percorribile attraverso la regolarizzazione della vegetazione e la creazione di sentieri, vengono organizzate periodicamente delle visite guidate, anche su richiesta di gruppi di visitatori. Inoltre, grazie ad una segnaletica dettagliata, è possibile effettuare delle passeggiate individuali in un luogo fuori del tempo, in cui natura ed archeologia si fondono in scenari di una bellezza selvaggia.
Attività
Fotografie